mercoledì 6 agosto 2008

Lecito o disponibile

Si avverte l'impressione che degno e indegno, decente e indecente, accettabile e inaccettabile si sfumino in infinite nuances tra loro fino a confondersi in questo paese...
E tutto questo nella testa della gente, ossia nella percezione di ognuna di quelle persone che popolano la nostra vita ogni giorno, individui concreti, reali, dei quali riesce difficile immaginare che non avvertano le gravi strumentalizzazioni, le violenze continue alle regole fondamentali che il nostro popolo ha dato al vivere comune..
La volgare egemonia del denaro non si dà nemmeno più la pena di essere ipocrita e nascondersi dietro un alibi quando sfrutta il potere...

Deliri di eccessivo pessimismo?

Ok, nessuno è nato ieri, vivamo in un mondo in cui l'unica missione del denaro è il suo stesso accrescimento e, nessuno lo dice ma nessuno lo ignora, con ogni mezzo disponibile.

Occhio, non ho detto lecito, ho detto disponibile.

Forse spendere un minuto su quanto diverso sarebbe se la mia frase fosse finita con la parola "lecito" invece che con la parola "disponibile" non è un inutile sacrificio.

Perchè "lecito" significa che qualcuno ha stabilito dei limiti al comportamento a beneficio della praticabilità concreta e quanto più confortevole possibile del vivere comune.

Ma anche a beneficio di chi ha meno possibilità di difendere con fare minaccioso la sua esistenza nella comunità ma ad essa è ancora utile.

In nome di princìpi che incardinano insieme le grandi democrazie del mondo riconoscendo prima ancora dei diritti la dignità di ciascun individuo ad avere un posto il meno scomodo possibile e comunque doverosamente rispettato e riconosciuto nella comunità in cui tutti ci troviamo e non per nostra scelta.

In nome di un originale signore francese che tanto tempo fa immaginò (od osservò) che la sua libertà finiva quando cominciava quella del suo vicino.

"Disponibile"

E' la constatazione di un originale fenomeno:

in barba a qualunque convenzione nata in nome di qualunque principio teoricamente condiviso,
se la potenza che tende ad autoaccrescersi
(e il denaro ne è oggi una convenzionale misura - ma non l'unica)
riesce a farlo a danno del suddetto vicino ...
..ebbene essa lo farà senza scrupolo alcuno.


Avete tutti sentito parlare di "Gomorra", il libro di Saviano..

Se l'avete letto forse ricorderete il paradossale passo dove si paragona la camorra a un capitalismo liberista condotto al limite per la legge che tende a zero.

E la legge rappresenta la formalizzazione di quei limiti al comportamento e di quei princìpi che li giustificano.

E se il paragone di Saviano è suggestivo e ci ferisce, ci fa arrossire..

..E' forse perchè siamo ognuno un individuo con un volto ben preciso che compone la collettività senza volto di quella gente che chi parla bene dice che ha perso una coscienza civile..


E quella collettività potrebbe non voler esser governata da chi si interroga sul "lecito" perchè questi la interrogherebbe sulle sue piccole private scappatelle..

E ciascun individuo di quella gente perdona volentieri a un potente che si interroghi sul "Disponibile" le sue singolari scappatelle speranzoso che chiuda un occhio su quelle proprie.. private...

Col risultato che sembra che la mia frase iniziale finisca giustamente con la parola disponibile in barba al vecchio signore francese e in nome di una più vecchia e primitiva legge di natura che tratta del più forte...

Un saluto dalla giungla!!!!


Stay tuned!!!!!!!!!!!!!

1 commento:

KattiviK ha detto...

Non è un autocelebrazione a mezzo commento-sul-blog...

Questo è solo un grazie a Runner per i suoi consigli: spero che riuscirò a rendere la mia roba più leggibile anche grazie a lui...